
Quando si parla di guerre commerciali, il conflitto tra Stati Uniti e Cina è sempre in prima linea. Tuttavia, un recente accordo tra i due giganti economici ha portato a una notizia che ha fatto sollevare più di un sopracciglio: per 90 giorni, le due nazioni sospenderanno una parte dei loro dazi doganali punitivi. Un passo in avanti significativo, ma la domanda che sorge è: cosa accadrà davvero ai mercati globali? E, soprattutto, che impatto avrà sugli investitori?
La tregua dei dazi: una vera svolta o solo un palliativo?
L'annuncio ufficiale, che ha preso forma dopo due giorni intensi di negoziati a Ginevra, è stato accolta con un certo scetticismo. Nonostante le dichiarazioni ottimistiche del segretario del Tesoro americano, Scott Bessent, che parlano di "progressi sostanziali", la realtà è che il panorama commerciale globale non cambierà in modo drammatico da un giorno all'altro. A partire dal 14 maggio 2025, infatti, Washington abbasserà i dazi sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre Pechino farà lo stesso con le merci americane, passando dal 125% al 10%.In termini numerici, questo significa che i dazi, che erano già considerati un vero ostacolo per il libero scambio e per il mercato globale, saranno ridotti di 115 punti percentuali. Tuttavia, la sospensione riguarda solo una parte dei dazi imposti durante la guerra commerciale che ha segnato le amministrazioni precedenti. L'accordo, pur positivo, non rappresenta certo la fine del conflitto: si tratta più di un "cessate il fuoco" che di una pace duratura. La grande domanda è, infatti, se questa sospensione sia una semplice mossa tattica per guadagnare tempo, o se segni un cambiamento strategico nelle relazioni economiche tra i due colossi.
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La reazione dei mercati: chi ha davvero guadagnato?
I mercati, come sottolinea Carlo De Luca, responsabile dell'asset management di Gamma Capital Markets, avevano già “prezzato” questa sospensione dei dazi prima ancora che l'accordo venisse ufficializzato. In altre parole, l'effetto sorpresa era stato ampiamente digerito dagli investitori. Tuttavia, la decisione di ridurre i dazi ha sollevato un certo ottimismo, ma ha anche evidenziato come l'economia globale sia ancora strettamente legata ai passi avanti (o indietro) fatti in questi negoziati tra Washington e Pechino.
Una delle domande più intriganti riguarda la centralità degli Stati Uniti nel sistema economico e finanziario mondiale. Se da un lato la Borsa di Wall Street resta la più grande e influente, è pur vero che la tensione geopolitica e commerciale sta minando la stabilità dell'economia statunitense. La Federal Reserve ha recentemente deciso di mantenere invariati i tassi d'interesse, nonostante le sollecitazioni di Trump per un abbassamento. Questo potrebbe essere interpretato come una strategia di contenimento delle tensioni, ma anche come una presa di coscienza dei rischi legati alla politica aggressiva dell'amministrazione.
Il tema della dedollarizzazione è emerso prepotentemente negli ultimi anni. Sebbene il processo sia lento, i segnali di un'influenza crescente di altre valute (come l'euro e lo yuan) sono innegabili. Come osservato da De Luca, la centralità del dollaro potrebbe non essere più così inviolabile come in passato, anche se gli Stati Uniti rimangono la principale potenza economica mondiale.
Verso una ripresa globale? Le opportunità per gli investitori
La grande domanda per gli investitori è: quali settori trarranno vantaggio da questo accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina? De Luca suggerisce che l'Europa e la Cina abbiano visto un recupero dei propri mercati. Nonostante le incertezze legate a Trump, i mercati europei hanno avuto un inizio d'anno positivo, così come quelli cinesi, che hanno ripreso slancio dopo una fase di stagnazione.
Questa convergenza di performance tra i vari mercati offre un'opportunità per diversificare il portafoglio di investimenti. L'idea di un mix che includa sia titoli growth che value provenienti da Stati Uniti, Europa e Cina appare un approccio sensato. Le azioni cinesi, in particolare, potrebbero rappresentare una scommessa interessante, soprattutto in considerazione del fatto che Pechino sta cercando di promuovere l'innovazione e la crescita economica, pur con le sfide imposte dalle tensioni commerciali.
Inoltre, il recente allentamento delle tensioni potrebbe incentivare investimenti in settori come la tecnologia, le energie rinnovabili e le infrastrutture, che sono tradizionalmente più sensibili agli sviluppi geopolitici. Gli investitori dovrebbero, quindi, monitorare i settori che potrebbero beneficiare di una distensione tra i due paesi.
Dove conviene investire oggi? La consulenza come chiave di successo
Nonostante le opportunità offerte da questa nuova fase di sospensione dei dazi, gli investitori devono essere consapevoli dei rischi che ancora caratterizzano il panorama economico globale. La guerra commerciale non è finita, e la possibilità che i dazi vengano ripristinati o modificati in futuro è un’incognita che potrebbe generare volatilità. Inoltre, l’influenza di altre dinamiche politiche e macroeconomiche, come la politica monetaria della Fed o l’evoluzione dei tassi di interesse in Europa, continua a rappresentare una variabile cruciale.
Per questo motivo, una consulenza finanziaria professionale risulta più che mai fondamentale. Un esperto può aiutare a diversificare il portafoglio e a scegliere gli strumenti di investimento più adatti, tenendo conto sia delle opportunità derivanti dalla distensione delle tensioni commerciali, sia dei rischi legati a scenari geopolitici imprevedibili.
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