PIR: La bussola del risparmio che guarda al futuro

Scopri tutto sui PIR, Piani Individuali di Risparmio: vantaggi fiscali, opportunità di investimento nelle PMI italiane e consigli per una strategia finanziaria efficace. 

Un pirata nei mari del risparmio: cosa sono i PIR? 

Navigare nel mare degli investimenti non è mai stato semplice, ma i Piani Individuali di Risparmio (PIR) rappresentano una rotta sicura per chi cerca benefici fiscali e vuole sostenere l’economia italiana. Introdotti con la Legge di Bilancio 2017, i PIR sono strumenti pensati per incentivare gli investimenti a lungo termine nelle imprese italiane, offrendo esenzioni fiscali interessanti per i risparmiatori che rispettano alcune condizioni.

Il cuore pulsante di questo strumento è la possibilità di ottenere un’esenzione totale dalle imposte sui rendimenti finanziari, purché l’investimento venga mantenuto per almeno cinque anni. E come ciliegina sulla torta, gli importi detenuti nei PIR sono esenti dall’imposta sulle successioni, rendendoli un’opzione strategica anche per la pianificazione patrimoniale.

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Numeri, limiti e novità: come funzionano i PIR?  

La normativa che regola i PIR prevede requisiti specifici sia per chi investe sia per gli strumenti finanziari inclusi nel piano. Dal 2022, i limiti di investimento sono stati rivisti al rialzo: ora è possibile investire fino a 40.000 euro l’anno, con un tetto massimo complessivo di 200.000 euro.

Per accedere ai benefici fiscali, il risparmiatore deve rispettare alcune regole di composizione del portafoglio: almeno il 70% del valore complessivo del piano deve essere destinato a strumenti finanziari di aziende italiane o europee con stabile organizzazione in Italia. Tra queste, almeno il 25% deve essere investito in imprese al di fuori dell’indice FTSE MIB, e il 5% in aziende non incluse né nel FTSE MIB né nel FTSE Mid Cap.

Vantaggi fiscali: quanto vale l’esenzione?

La parola magica è esenzione fiscale. Chi investe nei PIR e mantiene gli strumenti per almeno cinque anni, si vede esentato dall’imposta del 26% sui rendimenti finanziari. Questo vantaggio può rappresentare un risparmio significativo per chi desidera far crescere il proprio capitale nel tempo.

Un esempio concreto? Supponiamo che un investitore realizzi un rendimento annuo del 5% su un investimento di 40.000 euro per cinque anni. L’esenzione fiscale potrebbe tradursi in un risparmio di oltre 5.000 euro rispetto a un investimento tradizionale soggetto a tassazione.

Opportunità e rischi: è tutto oro quello che luccica?   

Come ogni strumento finanziario, i PIR non sono privi di rischi. Tra questi, spicca il rischio di concentrazione: il vincolo di investire in aziende italiane, molte delle quali di dimensioni medio-piccole, espone l’investitore alle fluttuazioni dell’economia nazionale.

Un altro aspetto da considerare è la liquidità: le azioni e obbligazioni emesse da piccole imprese possono essere meno liquide rispetto a quelle di grandi aziende quotate. Infine, la scadenza quinquennale per ottenere i benefici fiscali richiede una pianificazione attenta.

PIR e consulenza finanziaria: perché fare team?

I Piani Individuali di Risparmio possono essere un’ottima opportunità per diversificare il portafoglio e risparmiare sulle tasse, ma è fondamentale valutare con attenzione la propria strategia. Per questo motivo, affidarsi a un consulente finanziario professionale può fare la differenza.

In conclusione, i PIR non sono solo uno strumento di risparmio, ma un modo per sostenere l’economia reale e guardare al futuro con ottimismo. Se vuoi saperne di più, contatta un consulente e scopri come includere i PIR nella tua strategia finanziaria.

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