Lunga vita al re Dollaro indipendentemente dal voto Usa

Il dollaro consente di raggiungere l’80% degli acquirenti e dei venditori nel mercato commerciale globale e di accedere al mercato finanziario più ampio e liquido del pianeta: per questo potrebbe valere la pena di accettare il rischio di sanzioni imposte dagli Usa piuttosto che utilizzare valute sostenute da riserve auree limitate o di Paesi con rigidi controlli sui capitali.

Più forte dei pessimisti    

Gli esperti di Gam hanno sottolineato che il biglietto verde nell'ultimo periodo ha guadagnato terreno contro tutte le principali valute. Confrontandolo con l’euro, è possibile notare come, dopo aver toccato l’1,12 su attese di tagli consistenti della Fed, da fine settembre abbia intrapreso un rapido recupero, scendendo poco sotto l’1,08, dopo la pubblicazione di dati macroeconomici confortanti. Un movimento rapido e intenso che ha portato il dollaro su livelli tecnicamente delicati e in ipercomprato, suggerendo la possibilità di un ritracciamento. 

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Il ruolo strategico degli Stati Uniti  

Una recente analisi di Payden & Rygel ricorda che le crisi dei giorni nostri hanno consolidato ulteriormente il regno globale del dollaro: durante la crisi finanziaria globale del 2008, la Fed ha prestato 10.000 miliardi di dollari in swap lordi alle sue principali controparti straniere, e lo stesso ha fatto durante la pandemia da Covid-19, a dimostrazione di quanto il ruolo del dollaro sia fondamentale per l’economia globale. Il sistema del dollaro globale ha quindi resistito alla prova del tempo e si è dimostrato più resiliente e duraturo dei sistemi che lo hanno preceduto.   

Anche Mark Haefele, Chief Investment Officer, di UBS Global Wealth Management, ha voluto evidenziare negli ultimi giorni che il dollaro USA è salito al livello più alto degli ultimi due mesi e mezzo rispetto alle principali controparti, sostenuto da dati economici più forti del previsto, da un aumento dei rendimenti del Tesoro USA e da alcuni sondaggi che mostrano una maggiore probabilità di una seconda presidenza Trump. Si ritiene improbabile che la forza del dollaro USA sia destinata a durare, per questo motivo, si continua a mantenere il rating “Unattractive” sulla valuta. Dall'altra parte dell'Atlantico, ci si aspetta ancora una ripresa della crescita in Europa fino al 2025, con la Banca Centrale Europea che continuerà il suo ciclo di riduzione dei tassi per sostenere l'attività economica. Dato il sentimento molto negativo sulla crescita dell'Eurozona, qualsiasi sorpresa positiva nei dati avrà probabilmente un impatto maggiore sull'euro rispetto alle sorprese negative.

 

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