Torna la febbre dei buyback sui mercati azionari

In questo periodo di pieno autunno, un ulteriore elemento di supporto per il mercato azionario è rappresentato dalla ripresa dei programmi di buyback. Il buyback, infatti, è una pratica che le società utilizzano per restituire valore agli azionisti, spesso in alternativa al pagamento dei dividendi, o per segnalare fiducia nel futuro della società. Questa ripresa dei buyback potrebbe fornire un sostegno significativo ai livelli di mercato, contribuendo a stabilizzare i prezzi delle azioni e a compensare eventuali pressioni al ribasso derivanti da risultati trimestrali deludenti o dalle incertezze sulle politiche monetarie.

I vantaggi per gli investitori portati dai buyback

Acquistando una parte delle proprie azioni, le società quotate che avviano un piano di buyback ottengono una riduzione del numero totale in circolazione, un'operazione che può far aumentare il valore delle azioni rimanenti in quanto gli utili vengono distribuiti su un numero inferiore di titoli. Inoltre, una scelta di questo tipo è spesso interpretata come un segnale di fiducia della società nelle proprie prospettive future, preferendo reinvestire parte della propria liquidità nell'acquisto di azioni proprie piuttosto che distribuirla come dividendi agli azionisti. .

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Con novembre arriva la fine del blackout period

Il mese di novembre sta rilanciando il tema dei buyback. Alessio Garzone di Gamma Capital Markets, segnala che il 90% delle aziende Usa è uscito dal blackout period, un periodo in cui le società non possono acquistare o vendere azioni della stessa. Ora, le aziende possono riprendere a riacquistare le proprie azioni sul mercato, il che riduce il numero di azioni in circolazione e può portare a un aumento del valore delle azioni rimanenti. "In definitiva, - ha commentato l'esperto - riteniamo che i livelli di fine anno potrebbero essere più alti rispetto a quelli attuali, grazie anche all’impatto positivo dei flussi di buyback. A supporto di questa previsione, giocheranno un ruolo cruciale i risultati trimestrali delle aziende, mentre eventuali delusioni potrebbero essere mitigate dalla politica monetaria della Fed, che potrebbe orientarsi verso un approccio più accomodante per sostenere l’economia". 

I buyback fioccano anche a Piazza Affari

Il tema del buyback sta tornando sotto i riflettori anche in Borsa Italiana con diverse blue chip impegnate in programmi di riacquisto di azioni proprie. Una delle ultime è Tenaris. La società leader nel settore dei tubi per l'industria petrolifera e del gas quotata a Piazza Affari, ha annunciato l'avvio di un nuovo programma di riacquisto delle proprie azioni. Ha infatti avviato un programma per riacquistare le proprie azioni fino a un massimo di ben 700 milioni di dollari entro il 26 marzo 2025. Le azioni acquistate verranno eliminate, facendo aumentare il valore di quelle rimanenti. La società ha inoltre stipulato un accordo con un'istituzione finanziaria per una gestione flessibile del programma, al fine di ottimizzare le opportunità di mercato.

Mentre Tenaris si appresta a dare il via al suo piano di buyback, da mesi Eni, nell'ambito di un'iniziativa volta a valorizzare il proprio capitale e a premiare gli azionisti, ha portato avanti con successo la seconda tranche del suo programma di buyback. Dal 13 giugno 2024 fino a inizio novembre, l'azienda ha acquisito oltre 64 milioni di azioni proprie, investendo oltre 922 milioni di euro. Questo significativo impegno ha portato Eni a detenere quasi il 5% del proprio capitale sociale, consolidando così la sua posizione di azionista di riferimento.

All'orizzonte un ricco buyback da Intesa Sanpaolo

Chi si prepara ad annunciare il lancio di un ricco buyback come remunerazione dei propri azionisti è Intesa Sanpaolo. In occasione dell'annuncio dei risultati trimestrali molto forti, la banca ha migliorato la stima di utile annuale a circa 9 miliardi di euro dopo aver chiuso il terzo trimestre del 2024 con un utile netto migliore delle attese e ha preso l'impegno di proporre a fine anno un buyback importante. Infatti, nel corso della conference call con gli analisti il Ceo Carlo Messina ha commentato che, in linea alla procedura che prevede di aspettare le fine dell'anno per proporre l'ammontare delle operazioni di riacquisto di azioni proprie, è convinto di poter proporre un "buyback significativo". "Il significativo eccesso di capitale ci pone nelle condizioni di valutare ulteriori significative distribuzioni di risorse agli azionisti" ha dichiarato il numero uno di Intesa Sanpaolo. In termini di ritorno agli azionisti Intesa ha tenuto a ricordare i 5 miliardi di euro di dividendi maturati nei nove mesi, di cui 3 miliardi in distribuzione come acconto dividendi a novembre (17 centesimi di euro per azione il 18 novembre), che si aggiungono a 1,7 miliardi del piano di buyback concluso proprio a ottobre.

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