Mentre i riflettori dei mercati restano puntati sugli Stati Uniti e sulle loro mosse commerciali, a Est si muove un protagonista più silenzioso ma non meno strategico: il Giappone.
Negli ultimi mesi, il Paese del Sol Levante ha sorpreso gli investitori con segnali positivi, soprattutto nei settori tecnologici e dei servizi di comunicazione, che hanno trainato gli indici azionari verso l’alto.
Certo, l’inflazione ha toccato il 3,7% a maggio – ben oltre il target ufficiale della Bank of Japan del 2% – segnalando una pressione sui prezzi che il Paese non vedeva da anni. Eppure, invece di frenare l’entusiasmo, questi dati sono stati letti come un segnale di vitalità economica, in un Paese che per decenni ha combattuto contro una crescita troppo lenta e un’inflazione troppo bassa.
Il Giappone affronta le sfide inflazionistiche con un’arma potente: l’innovazione. L’onda lunga dell’intelligenza artificiale e il ruolo centrale nella filiera globale dei semiconduttori stanno alimentando una domanda internazionale che sembra destinata a crescere ancora.
Colossi come Nintendo, con la sua iconica console Switch e nuovi titoli di richiamo, e Mitsubishi Heavy Industries, protagonista nella meccanica di precisione e nelle soluzioni per l’energia, rappresentano simboli di un know-how tecnologico che pochi possono eguagliare. Anche l’industria automobilistica, grazie all’elettrificazione e ai nuovi sistemi di guida assistita, sta ritrovando slancio, consolidando la reputazione del Giappone come innovatore globale.
A giugno, per la prima volta dopo 13 mesi, il settore industriale ha registrato un risultato positivo. Un segnale importante, frutto non solo della ripresa della domanda interna, ma anche della capacità delle aziende giapponesi di intercettare nicchie di mercato in Asia e nel resto del mondo.
Questo ritorno alla crescita è visto come una conferma che le riforme strutturali e gli investimenti in digitalizzazione stanno iniziando a dare frutti concreti. Per gli osservatori, la resilienza dell’apparato industriale giapponese resta un punto di forza in un contesto globale ancora instabile.
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La Bank of Japan mantiene i tassi di interesse allo 0,5%, scelta che mira a sostenere la ripresa senza soffocare gli investimenti. Tuttavia, le previsioni di crescita per il 2025 sono state riviste al ribasso, passando dall’1,1% allo 0,5%. Questa correzione riflette l’incertezza legata alle tensioni geopolitiche e alla volatilità della domanda globale.
Eppure, nonostante le previsioni più caute, il Giappone resta una delle economie più solide e affidabili per chi cerca diversificazione al di fuori di Stati Uniti ed Europa, grazie anche a un sistema aziendale che punta alla stabilità di lungo periodo più che alla speculazione di breve.
Tecnologie emergenti, competitività industriale e una tradizione di innovazione continua rendono il Giappone un’opzione interessante per gli investitori che non vogliono limitarsi a seguire il mainstream.
Parliamo di un Paese che ha saputo trasformare la propria immagine: da economia in stagnazione a laboratorio di soluzioni avanzate per la mobilità, l’energia, l’elettronica e i servizi digitali. Muovendosi sotto i radar, il Giappone continua a offrire prospettive superiori alle aspettative e potrebbe rivelarsi una pedina strategica nei portafogli dei prossimi anni.
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